mercoledì 31 dicembre 2014

Trekking a Dhampus

Da Pokkara oggi sono partito per una bella gita in montagna. Pensavo a una cosa rilassante, invece subito il sentiero si è inerpicato con 500 metri di dislivello. In cima c’era l’impareggiabile vista della catena montuosa, ancora più da vicino. Sono passato tra i villaggi locali costruiti lungo questo sentiero lunghissimo e fatto con pazienza dagli abitanti nei decenni scorsi. Tutto il sentiero è di gradini coperti dalla pietra locale. Penso sia stato un lavoro faticosissimo ma necessario per collegare i villaggi in cima alla montagna con il fondovalle. La gente si dedica al riso (nella stagione) e a curare gli animali.







Piccoli taxi del Nepal

Quasi tutti i taxi che circolano sulle strade di Kathmandu e di Pokkara sono piccole Maruti. Una piccola automobilina poco più grande della Fiat 126 con nessun optional all’interno. Meglio non avere troppi bagagli… anche se l’altro giorno ho visto scendere da un’auto come questa un’intera famiglia di 6 persone!


lunedì 29 dicembre 2014

Alba a Sarangkot

La sveglia durante la notte è stata pesante ma ne sono stato ampiamente ripagato. Da Pokkara si sale un poco per il villaggio di Sarangkot. Qui la vista dell’alba sulla catena dell’Annapurna è il posto migliore, perché i primi raggi del sole illuminano la punta delle vette e piano piano poi prendono luce tutte le montagne. La vista della catena himalayana è molto ampia e si vedono il Dhaulagiri (8167 metri), la famosa spina di pesce, la vetta dell’Annapurna (7937 m).







Dietro la curva, la sorpresa

Arrivando a Pokkara, dopo la tortuosa strada stretta che ho descritto, ecco l’imprevisto.. La meravigliosa vista delle montagne con i colori del tramonto. Una sorpresa che mi ha lasciato di stucco. La bellezza della catena dell’Annapurna ed in particolare della vetta più famosa che sovrasta Pokkara, la Machhapuchhare chiamata anche spina di pesce (solo 6997 metri).



In viaggio per Pokkara

Oggi è una giornata di trasferimento ad Ovest, verso la città di Pokkara.  La strada è lunga 200 Km ma ci vogliono circa 7 ore per percorrere gli infiniti tornanti. Il traffico è sostenuto e la piccola strada ormai non è più adeguata. A metà strada mi sono fermato per la visita al tempio di Manakamana. Si prende una cabinovia per salire i 1000 metri di dislivello e in cima vi è uno dei templi indu più importanti. I pellegrini che vengono qui sono a migliaia ogni giorno, ma l’unico “turista” che ho visto ero io..






domenica 28 dicembre 2014

Una piccola deviazione per il passato

La deviazione è dalla strada principale per Pokkara e salendo per 7 Km sulla collina si arriva al paesino di Bandipur. Qui sembra di essere tornati a 200 anni fa. Non ci sono mezzi di trasporto, se non dei carretti spinti dalla gente di ritorno dalla campagna o dal bosco e carichi di ciò che serve nelle loro case. Ho fatto una bella passeggiata tra le case antiche ma ancora ben conservate (o ristrutturate), nel silenzio e nella tranquillità.







Patan

Con grande sorpresa, a pochi chilometri da Bhaktapur (nella periferia di Kathmandu) ecco un’altra splendida città regno: Patan. Ho scoperto quindi che le capitali erano 3. La città è molto bella, anche se ormai mi pare simile alle altre già viste. In tutte 3 le città la piazza principale si chiama Durban, dove è presente il palazzo reale e il tempio più grande. 





Gli artigiani in strada

A Bhaktapur mi sono fermato a lungo ad ammirare gli artigiani che sulle strade producono ancora i loro manufatti. Non si tratta di un’attrazione turistica perché sono attrezzi che loro poi utilizzano nella vita quotidiana. In particolare mi sono piaciuti i produttori di vasi e ciotoline di terracotta che poi vengono lasciate ad asciugare sotto il sole nelle piazze.







La città stato di Bhaktapur

Mi ha colpito la visita di Bhaktapur, che un tempo (nel 15° secolo) era un regno autonomo, ma molto vicina alla città di Kathmandu: due fiorenti capitali di due regni a pochi chilometri di distanza. Immagino che la ricchezza fosse prodotta dai commercianti. E’ una città ancora meglio conservata di Kathmandu con bei palazzi medioevali e innumerevoli templi, tanto che era chiamata “la città dei devoti”.  E’ stato molto bello girare tra gli stretti vicoli vedendo le persone alle fontane a lavare il bucato o a fare delle chiacchere nelle piazzette.









sabato 27 dicembre 2014

Terrazza sull’Himalaya

Nel tardo pomeriggio sono arrivato a Nagarkot, a 2100 metri. Qui si viene solo per vedere il paesaggio della catena dell’Himalaya e le suo numerose cime innevate tutte più alte di 6000 metri. Si può scorgere anche il monte Everest (8848 metri). La mattina alle 6:45 ho assistito all’alba, con il sole che cresceva tra le vette e la nebbiolina che si diradava per far spazio ai primi raggi.





Le cerimonie funebri e la cremazione

Ho potuto assistere alla cremazione dei morti nei pressi di un tempio indu sul fiume di Katmandu. La visita all’interno del tempio è permessa solo ai fedeli di religione indu, così ho potuto vedere da fuori. Girando l’angolo del tempio, sul fiume, vengono bruciati i morti. Per tradizione, appena una persona muore (comunque entro la giornata), amici e parenti lo portano al tempio dove verrà bruciato. Viene allestita una piattaforma e cosparso il morto di fiori e altri segni propiziatori, poi viene messa sopra paglia e legna e dato tutto alle fiamme. In 3 o 4 ore la cremazione termina e la cenere viene buttata nel fiume. Sono rimasto molto colpito da questo rito che per le persone locali è assolutamente normale e non macabro.